Creazione e utilizzo di un’immagine di installazione live
Scaricare Fedora
Si può scaricare Fedora da https://fedoraproject.org/.
Ci sono più ambienti desktop disponibili da utilizzare con Fedora. Ognuno ha aspetti e funzioni differenti e offrono diversi livelli di personalizzazione. Si può usare l’immagine di Fedora Workstation, che contiene l’ambiente GNOME per impostazione predefinita, e poi cambiare ambiente installando pacchetti aggiuntivi, oppure si può scaricare un’immagine spin che fornisce un ambiente diverso pronto per l’uso. Visitare Fedora Spins per maggiori informazioni.
Si può anche utilizzare Fedora Labs. Fedora Labs è una selezione di software e contenuti specifici curata dai membri della comunità di Fedora. Queste selezioni possono essere installate come versioni autonome di Fedora oppure come componenti aggiuntivi in un’installazione esistente. Visitare Fedora Labs per dettagli. @
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Si prega di fare riferimento alla guida Iniziare con Fedora per ottenere aiuto sul processo di installazione di Fedora. |
Creare e utilizzare una USB live
Tutte le immagini ISO di Fedora si possono scrivere su una pennetta USB, in questo modo si ha un modo conveniente per installare Fedora o provare un ambiente live di Fedora, su un qualsiasi computer che permetta l’avvio da USB, senza scrivere nulla sul disco rigido del computer. È necessaria una pennetta USB con una capienza sufficiente per l’immagine che si intende scrivere.
Utilizzare Fedora Media Writer
Lo strumento ufficiale e supportato per creare una pennetta USB Fedora è l’utilità Fedora Media Writer, precedentemente nota come LiveUSB Creator. Vedere la guida Fedora Media Writer nella panoramica della documentazione utente di Fedora.
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Fedora Media Writer distrugge qualsiasi dato presente sulla pennetta USB. Se si cerca un metodo non distruttivo (per preservare dati esistenti sulla pennetta USB) oppure il supporto per la 'persistenza dei dati', si può utilizzare l’utilità livecd-iso-to-disk su Fedora. |
Utilizzare GNOME Disks
Questo metodo distrugge qualsiasi dato presente sulla pennetta USB. Se si cerca un metodo non distruttivo (per preservare dati esistenti sulla pennetta USB) oppure il supporto per la 'persistenza dei dati', si può utilizzare l’utilità livecd-iso-to-disk su Fedora.
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Questo metodo non è considerato supportato. Si può seguire a proprio rischio. |
Questo metodo è per persone che utilizzano Linux, o un qualsiasi altro unix con GNOME, Nautilus e l’Utilità dei dischi GNOME installata. In particolare, se si sta utilizzando una distribuzione diversa da quella di Fedora che non supporta Flatpak, questo potrebbe essere il metodo facilmente più disponibile. Utenti di un’installazione standard di Fedora, o di un’installazione standard di GNOME delle altre distribuzioni, dovrebbero essere in grado di seguire questo metodo. Su Fedora, assicurarsi che i pacchetti nautilus e gnome-disk-utility sono installati. Potrebbero essere disponibili strumenti simili grafici di scrittura diretta in altri ambienti, oppure utilizzare la riga di comando per il metodo della scrittura diretta.
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Scarica un’immagine di Fedora, scegli una pennetta USB che non contiene dati necessari, e collegarla.
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Avviare Nautilus (File), aprire Anteprima premendo i tasti Start/Super, scrivere File, e premere kbd:[Enter].
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Trovare l’immagine scaricata, fare click destro, andare su Apri con, e selezionare Scrittore di immagini disco.
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Selezionare la pennetta USB come Destinazione, e cliccare su Avvia ripristino.
Metodi a riga di comando
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Questi metodi non sono considerati supportati. Si possono seguire a proprio rischio. |
Utilizzare lo strumento livecd-iso-to-disk
| Questo metodo distruggerà tutti i dati sulla pennetta USB se viene passato il parametro `--format`. |
Il metodo livecd-iso-to-disk è leggermente meno affidabile di Fedora Media Writer e può essere utilizzato in modo affidabile solo all’interno di Fedora: non funziona su Windows o macOS, e non è supportato (e solitamente fallisce) in distribuzioni non Fedora. Tuttavia, supporta tre funzionalità avanzate che FMW non include:
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Si può utilizzare un metodo non distruttivo per creare la pennetta, il che significa che i file esistenti sulla pennetta non saranno distrutti. Questo è meno affidabile dei metodi di scrittura distruttivi, e dovrebbe essere usato solo se non si ha una pennetta che si può permettersi di cancellare.
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Sulle immagini live, si può includere una funzionalità chiamata overlay persistente, che permette alle modifiche effettuate di persistere attraverso i riavvii. Si possono eseguire aggiornamenti proprio come in un’installazione regolare sul disco rigido, tranne che gli aggiornamenti del kernel richiedono un intervento manuale e lo spazio overlay potrebbe essere insufficiente. Senza un overlay persistente, la pennetta tornerà a uno stato fresco ogni volta che viene avviata.
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Sulle immagini live, si può anche avere un’area separata per memorizzare informazioni sull’account utente e dati come documenti e file scaricati, con crittografia opzionale per sicurezza e tranquillità.
Combinando queste funzionalità, si può portare il proprio computer in tasca, avviandolo su quasi qualsiasi sistema che si utilizza.
Non è una buona idea provare a scrivere una nuova release di Fedora utilizzando la versione di livecd-iso-to-disk in una release di Fedora molto più vecchia: è meglio usare solo una release al massimo di due versioni più vecchia della release che si sta cercando di scrivere.
Assicurarsi che il pacchetto livecd-tools sia installato: dnf install livecd-tools.
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Ricordarsi di identificare prima il nome del dispositivo della pennetta USB. In tutti i casi, si può aggiungere il parametro Per rendere avviabile una pennetta USB esistente come immagine Fedora, senza eliminare nessuno dei dati su di essa, assicurarsi che l’unità USB non sia montata prima di eseguire il seguente comando, e fornire la password di root quando richiesto:
Nel caso in cui non sia possibile avviare da un disco creato con il metodo mostrato sopra, prima di ripartizionare e riformattare, spesso resettare il master boot record permetterà l’avvio:
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L’uso dell’opzione --format nel seguente comando cancellerà tutti i dati sull’unità USB.
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Se necessario, si può far ripartizionare e riformattare la pennetta target da livecd-iso-to-disk:
# livecd-iso-to-disk --format --reset-mbr Fedora-Workstation-Live-x86_64-43-1.1.iso /dev/sdX
Per includere un filesystem persistente per /home, usare il parametro --home-size-mb. Ad esempio:
# livecd-iso-to-disk --home-size-mb 2048 Fedora-Workstation-Live-x86_64-43-1.1.iso /dev/sdX
Questo creerà un filesystem di 2 GiB che verrà montato come /home ogni volta che la pennetta viene avviata, permettendo di preservare i dati in /home attraverso gli avvii.
Per abilitare il supporto alla 'persistenza dei dati' - in modo che le modifiche apportate all’intero ambiente live persistano attraverso gli avvii - aggiungere il parametro --overlay-size-mb per aggiungere un’area di archiviazione dati persistente alla pennetta target. Ad esempio:
# livecd-iso-to-disk --overlay-size-mb 2048 Fedora-Workstation-Live-x86_64-43-1.1.iso /dev/sdX
Qui, 2048 è la dimensione desiderata (in megabyte) dell’overlay. Lo strumento livecd-iso-to-disk non accetterà un valore di dimensione overlay maggiore di 4095 per VFAT, ma per filesystem ext[234] è limitato solo dallo spazio disponibile.
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A causa del modo in cui è attualmente implementato, ogni singola modifica a questa forma di overlay, scritture E cancellazioni, sottrae dallo spazio libero, quindi eventualmente verrà "usato up" e la pennetta USB non si avvierà più. Si può usare L’output conterrà qualcosa come snapshot |
Si possono combinare --home-size-mb e --overlay-size-mb, nel qual caso i dati scritti su /home non esauriranno l’overlay persistente.
Utilizzare un metodo di scrittura diretta
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Questo metodo distrugge qualsiasi dato presente sulla pennetta USB. Se si cerca un metodo non distruttivo, per preservare dati esistenti sulla pennetta USB, e/o supporto per la |
Questo metodo scrive direttamente l’immagine sulla pennetta USB in modo simile a Fedora Media Writer o GNOME Disk Utility, ma utilizza un’utilità a riga di comando chiamata dd. Come gli altri metodi di scrittura diretta, distruggerà tutti i dati sulla pennetta e non supporta nessuna delle funzionalità avanzate come la persistenza dei dati, ma è un metodo molto affidabile. Lo strumento dd è disponibile sulla maggior parte dei sistemi operativi simili a Unix, incluse distribuzioni Linux e macOS, e una porta per Windows è disponibile. Questo potrebbe essere il metodo migliore se non si può usare Fedora Media Writer o GNOME Disk Utility, o semplicemente se si preferiscono utilità a riga di comando e si vuole un modo semplice e veloce per scrivere una pennetta.
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Identificare il nome della partizione dell’unità USB. Se si utilizza questo metodo su Windows, con la porta collegata sopra, il comando
dd --listdovrebbe fornire il nome corretto. -
Smontare tutte le partizioni montate da quel dispositivo. Questo è molto importante, altrimenti l’immagine scritta potrebbe corrompersi. Si possono smontare tutte le partizioni montate dal dispositivo con
umount /dev/sdX*, doveXè la lettera appropriata, ad es.umount /dev/sdc*. -
Scrivere il file ISO sul dispositivo:
# dd if=/path/to/image.iso of=/dev/sdX bs=8M status=progress oflag=direct -
Attendere fino al completamento del comando.
Se si vede dd: invalid status flag: 'progress', la versione di dd non supporta l’opzionestatus=progresse sarà necessario rimuoverla. In questo caso, non si vedrà il progresso della scrittura.
Utilizzare UNetbootin per Windows, macOS e Linux
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Questo metodo non è considerato supportato. Si può seguire a proprio rischio. |
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UNetbootin potrebbe funzionare in alcuni casi ma non in altri - ad esempio, probabilmente creerà una pennetta avviabile in modalità BIOS, ma non in modalità UEFI. Fedora non può garantire supporto per immagini scritte con UNetbootin. Mentre i risultati possono variare, solitamente i metodi Fedora Media Writer, |
UNetbootin è un creatore grafico di immagini USB avviabili. Usandolo permetterà di preservare qualsiasi dato presente sull’unità USB. Se si hanno problemi di avvio, tuttavia, si potrebbe voler provare con un’unità vuota, formattata in modo pulito in FAT32.
| Se si sta eseguendo una distribuzione Linux a 64 bit, UNetbootin potrebbe non riuscire a eseguire fino a quando non si installano le versioni a 32 bit di un bel po' di librerie di sistema. |
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Scaricare la versione più recente di UNetbootin dal sito ufficiale official site e installarlo. Su Linux, il download è un file eseguibile: salvarlo da qualche parte, renderlo eseguibile usando
chmod ugo+xfilename o un file manager, e poi eseguirlo. -
Avviare UNetbootin. Su Linux, potrebbe essere necessario digitare la password di root.
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Cliccare su
Diskimagee cercare il file ISO scaricato. -
Selezionare Tipo: unità USB e scegliere il dispositivo corretto per la pennetta.
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Cliccare OK.
| Se non si vede sdX elencato, potrebbe essere necessario riformattare l’unità. Si può fare questo dalla maggior parte dei file manager o strumenti di utilità disco, ad es. l’utilità disco GNOME ("Disks") su Fedora. Il formato FAT32 è più probabile che risulti in una pennetta avviabile. Questo causerà la perdita di tutti i dati sull’unità. |
Creare una pennetta USB da un ambiente live in esecuzione
Se si sta già eseguendo un CD live, DVD o USB e si vuole convertire quello in una pennetta USB avviabile, eseguire il seguente comando:
# livecd-iso-to-disk /run/initramfs/livedev /dev/sdX"
NOTA: Questo metodo non sarà più efficace per Fedora 37 e versioni successive. A partire da Fedora 37, il metodo di avvio syslinux (isolinux) è stato completamente rimosso.
Avviare da pennette USB
Quasi tutti i PC moderni possono avviarsi da pennette USB. Tuttavia, il modo in cui si dice al sistema di avviarsi da una pennetta USB varia sostanzialmente da sistema a sistema. Inizialmente, si può provare questo:
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Spegnere il computer.
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Collegare l’unità USB a una porta USB.
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Rimuovere tutti gli altri media portatili, come CD, DVD, dischetti floppy o altre pennette USB.
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Accendere il computer.
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Se il computer è configurato per avviarsi automaticamente dall’unità USB, si vedrà una schermata che dice "Avvio automatico in 10 secondi…" con un conto alla rovescia.
Se si effettua un avvio UEFI nativo, si vedrà un menu di avvio piuttosto più minimale.
Se il computer inizia ad avviarsi dal disco rigido come normale, sarà necessario configurarlo manualmente per avviarsi dall’unità USB. Solitamente, dovrebbe funzionare così:
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Attendere un punto sicuro per riavviare.
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Mentre la macchina inizia a riavviarsi, osservare attentamente le istruzioni su quale tasto premere. Solitamente un tasto funzione,
Escape,Tab,F11,F12oDeletedeve essere premuto per entrare nel menu di selezione del dispositivo di avvio,BIOS setup,firmwareoUEFI. Premere e tenere premuto quel tasto. Se si perde la finestra di opportunità, spesso solo pochi secondi, allora riavviare e riprovare. (Se questo non funziona, consultare il manuale del computer) -
Usare il firmware,
BIOS, interfaccia o il menu del dispositivo di avvio per mettere l’unità USB per prima nella sequenza di avvio. Potrebbe essere elencata come un disco rigido piuttosto che un’unità rimovibile. Ogni produttore di hardware ha un metodo leggermente diverso per farlo.Il computer potrebbe diventare non avviabile o perdere funzionalità se si cambiano altre impostazioni. Anche se queste impostazioni possono essere revertite, sarà necessario ricordare cosa si è cambiato per farlo. -
Salvare le modifiche, uscire, e il computer dovrebbe avviarsi dall’unità USB.
Se il sistema ha un firmware UEFI, solitamente permetterà di avviare la pennetta in modalità UEFI nativa o modalità di compatibilità BIOS. Se si avvia in modalità UEFI nativa e si esegue un’installazione Fedora, si otterrà un’installazione Fedora UEFI nativa. Se si avvia in modalità di compatibilità BIOS e si esegue un’installazione Fedora, si otterrà un’installazione Fedora in modalità di compatibilità BIOS.
Per maggiori informazioni su tutto questo, vedere la pagina UEFI. Le pennette USB scritte da immagini x86_64 con Fedora Media Writer, GNOME Disk Utility, dd, altre utilità in stile dd dovrebbero essere avviabili UEFI native. Le pennette scritte con altre utilità potrebbero non essere avviabili UEFI native, e le pennette scritte da immagini i686 non saranno mai avviabili UEFI.
Identificare una pennetta su Linux
La maggior parte dei metodi di scrittura richiederà di conoscere il nome /dev per la pennetta USB, ad es. /dev/sdc, quando li si usa su Linux. Non è necessario sapere questo per usare Fedora Media Writer. Per scoprirlo:
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Inserire la pennetta USB in una porta USB.
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Aprire un terminale e eseguire
dmesg. -
Vicino alla fine dell’output, si vedrà qualcosa come:
[32656.573467] sd 8:0:0:0: [sdX] Attached SCSI removable disk
sdXsaràsdb,sdc,sdd, ecc.
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Questo è il nome del disco che si userà. Lo chiameremo |
Risoluzione problemi per una USB live
Problemi con livecd-iso-to-disk
- La partizione non è marcata come avviabile
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Se si riceve il messaggio
Partition isn’t marked bootable!, è necessario marcare la partizione come avviabile. Per farlo, eseguireparted /dev/sdX, e usare il comandotoggle N boot, doveXè la lettera appropriata, eNè il numero della partizione. Ad esempio:$ parted /dev/sdb GNU Parted 1.8.6 Using /dev/sdb Welcome to GNU Parted! Type 'help' to view a list of commands. (parted) print Model: Imation Flash Drive (scsi) Disk /dev/sdX: 1062MB Sector size (logical/physical): 512B/512B Partition Table: msdos Number Start End Size Type File system Flags 1 32.3kB 1062MB 1062MB primary fat16 (parted) toggle 1 boot (parted) print Model: Imation Flash Drive (scsi) Disk /dev/sdX: 1062MB Sector size (logical/physical): 512B/512B Partition Table: msdos Number Start End Size Type File system Flags 1 32.3kB 1062MB 1062MB primary fat16 boot (parted) quit Information: Don't forget to update /etc/fstab, if necessary. - Le partizioni necessitano di un’etichetta filesystem
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Se si riceve il messaggio
Need to have a filesystem labeloUUIDper il dispositivo USB, è necessario etichettare la partizione:dosfslabel /dev/sdX LIVE. - La partizione ha terminazioni fisiche/logiche diverse
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Se si riceve questo messaggio da fdisk, potrebbe essere necessario riformattare l’unità flash quando si scrive l’immagine, passando
--formatquando si scrive la pennetta. - MBR sembra essere vuoto
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Se l’avvio di test riporta un settore di avvio corrotto, o si riceve il messaggio
MBR appears to be blank., è necessario installare o resettare il master boot record (MBR), passando--reset-mbrquando si scrive la pennetta. - livecd-iso-to-disk su altre distribuzioni Linux
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livecd-iso-to-disknon è destinato a essere eseguito da un sistema non Fedora. Anche se capita di eseguirlo e scrivere una pennetta apparentemente con successo da qualche altra distribuzione, la pennetta potrebbe fallire nell’avvio. L’uso dilivecd-iso-to-disksu qualsiasi distribuzione diversa da Fedora non è supportato e non ci si aspetta che funzioni: si prega di usare un metodo alternativo, come Fedora Media Writer.
Testare una pennetta USB usando qemu
Si può testare la pennetta usando QEMU.
# umount /dev/sdX1 $ qemu -hda /dev/sdX -m 1024 -vga std
Montare un filesystem USB Live
Si può usare lo script liveimage-mount nel pacchetto livecd-tools per montare un dispositivo USB Live attaccato o altra immagine LiveOS, come un ISO o CD Live. Questo è conveniente quando si vuole copiare dentro o fuori qualche file dal filesystem LiveOS su una USB Live, o semplicemente esaminare i file in un ISO Live o CD Live.
Creazione e utilizzo di un live CD
We will use Fedora release 42 exemplary in all command examples. If you need to do it for a different release, just change the number accordingly.
Per cominciare
To create a live image, the livecd-creator and mock packages are used. For this, super user privileges are needed.
The livecd-creator tool is part of the _livecd-tools_package. If it is not installed on your system, add it and all other tools like mock, lorax, git, pykickstart and a text editor with DNF:
# dnf install livecd-tools mock
Hint: We are creating a livecd like the fedora-live-workstation image, which is totally localized, but has english as default. There is no need to install any localization support on your own. You can change it in the created kickstart.cfg if necessary.
Configuring your system
We need to add you current user to the mock group, or you need to do anything as root user.
# sudo usermod -aG mock $(whoami)
The $(whoami) adds your current user, as we do not know what username you are currently using ;)
A relogin to make the change effective, would be wise, or you switch to root now.
Let’s create the mock group:
# newgrp mock
If you now enter:
# groups
it shall output your username together with the old groups and the new group "mock". If this is not the case, you did something wrong.
Creating your build environment
Now we can init the build environment. In this example we use the most likely x86_64, but if you build it for ARM or PowerPC, you can just use a different config by changing the ARCH-Type to the desired plattform!
# mock -r /etc/mock/fedora-42_x86_64.cfg --init
Mock creates us an empty toolbox for this, so we need to fill it with packages, which we will need to create the image later in the process. If you now think "Why so complicated?" you are only partly right, as a toolbox is a simple container, which we need to seperate the work for different releases of Fedora, otherwise you have to overwrite and mixing different builds on your own.
Make sure you have enogh free disk space for all these files and the ones, the livemedia-creator will download later. We suggest at least 10 GB free diskspace for this.
# mock -r /etc/mock/fedora-42_x86_64.cfg --install lorax anaconda git pykickstart vim lorax anaconda git pykickstart vim libblockdev-lvm libblockdev-btrfs libblockdev-swap libblockdev-loop libblockdev-crypto libblockdev-dm libblockdev-mdraid libblockdev-part libblockdev-fs libblockdev-nvme libblockdev-mpath
If you wanne use a different texteditor then "vim", you need to install it now, otherwise you are stuck to a not so well integrated basic "vim" installation, which will be a bit unpleasent to use. Don’t panic, we don’t do much editing inside the toolbox, vim will do :)
Now we enter the toolbox for the first time …
# mock -r /etc/mock/fedora-42_x86_64.cfg --shell --isolation=simple --enable-network
This gives us a shell and networksupport, so the scripts inside the toolbox can access the internet and install packages from the repo.
You will see something like this output:
INFO: mock.py version 6.3 starting (python version = 3.13.7, NVR = mock-6.3-1.fc42), args: /usr/libexec/mock/mock -r fedora-42-x86_64 --shell --isolation=simple --enable-network Start(bootstrap): init plugins INFO: selinux enabled Finish(bootstrap): init plugins Start: init plugins INFO: selinux enabled Finish: init plugins INFO: Signal handler active Start: run Start(bootstrap): chroot init INFO: calling preinit hooks INFO: enabled root cache INFO: enabled package manager cache Start(bootstrap): cleaning package manager metadata Finish(bootstrap): cleaning package manager metadata INFO: Package manager dnf5 detected and used (fallback) Finish(bootstrap): chroot init Start: chroot init INFO: calling preinit hooks INFO: enabled root cache INFO: enabled package manager cache Start: cleaning package manager metadata Finish: cleaning package manager metadata INFO: enabled HW Info plugin INFO: Package manager dnf5 detected and used (direct choice) Finish: chroot init Start: shell <mock-chroot> sh-5.2#
Now we need to download the kickstart files, which previouse Fedora releases had as a package, from the Fedora Servers:
# git clone https://pagure.io/fedora-kickstarts -b f42
You can access the page with a normal browser, to see which tags aka 'branches' like "f42" are available, in case you wanne do another version. What happens now is a git checkout into the current directory of your toolbox. Big advantage: no danger of overwriting files on your os.
ATTENTION: before you continue, make sure you have at least 10 GB of free storage on your systems partition as we will download a lot of rpms and create an image that is at least 2,3 GB in size. If you don’t have enough space, all future steps can faill with the wildest error messages and your will waste A LOT of time with it!
What we now need is a kickstart file. Never heared of it, don’t panic :D
A kickstart file contains informations about the size of the tmp drive in the later started live image, it mounts, its packages and so on. You will not need to reinvent the wheel, relax. Here is an example:
%include fedora-live-workstation.ks %packages # Packages we want to have thunderbird # Package groups excluded from @workstation-product-environment -@guest-desktop-agents -@libreoffice -@multimedia # Packages excluded from @workstation-product -rhythmbox -unoconv # Packages excluded from @gnome-desktop -gnome-boxes -gnome-connections -gnome-text-editor -baobab -cheese -gnome-clocks -gnome-logs -gnome-maps -gnome-photos -gnome-remote-desktop -gnome-weather -orca -rygel -totem %end
What you see is a subsection of all possible options, because that git checkout before, downloaded a full set of already working kickstart files, which we will join up to one new kickstart.cfg file.
The above file will remove packages and groups of packages from the later created image, compared to the normal Fedora-Live-Workstation image. We call this a DELTA-file, because we just define the differences between our image and the original Fedora Live Workstation image.
You see this:
%include fedora-live-workstation.ks
This includes the original kickstart (ks) config for the original Fedora-Live-Workstation Image as a base file. The rest of the lines "overwrite" the sections in the original file. So you just tell kickstart what you want and not want compared to the Fedora-Live-Workstation image.
Building the kickstart files
In this example, we removed some gnome-apps and end up what you know as "Fedora-Minimal-Workstation" Image.
Take that example and save it to a file you can name i.E. "example-START.ks". Make sure you can distingish your file later as the starting point of your work. Because now, we will "join" aka. "flatten" the included files to one big kickstart.cfg file, that we will need for livemedia-creator later.
$ ksflatten -c as-you-like-START.ks -o kickstart.cfg
The problem you are now facing is, it doesn’t work out-of-box, because ksflatten does not find all the includes it needs. You can solve this in two ways:
a) you move your ks file to the directory named "fedora-kickstarts" and switch to it with cd, or
b) you execute the above command and copy all files it names in the errormessage from "fedora-kickstarts" to "." untill it stops complaining.
From now on, you should only edit the created kickstart.cfg file for changes, otherwise you have to repeat the next step over and over again.
Fixing the "Mount"-bug
Either way, you end up with a defective cfg file, because the used include files define the mountpoint "/" two times, which lead to an error. That’s easily fixed:
# vim kickstart.cfg
search for "# Disk partitioning information" and change the two lines, that start with "part /" to this ONE line:
part / --fstype="ext4" --size=8576
We will try to fix this, but it could take until Fedora 45.
Creating the ISO
Now the part you are waiting for: Let’s create the iso image.
livemedia-creator --ks kickstart.cfg --no-virt --resultdir /var/lmc --project MYPROJECTNAME --make-iso --volid MY_ID --iso-only --iso-name <FILENAME>.iso --releasever 42 --macboot
Please replace the folling terms:
"MYPROJECTNAME" That is your internal project name, that ends up in /etc/os-release "MY_ID" that is the name of the mounted ISO file AND VERY IMPORTANT if you wanne refer to that iso in GRUB "<FILENAME>" thats the name of the created iso file unter /var/lmc
In approximitly 15 minutes, if everything works, you have a created <filename>.iso image IN YOUR TOOLBOX.
To get it out there, you enter …
# exit
and copy it to the desired place. In example:
# cp /var/lib/mock/fedora-42-x86_64/root/var/lmc/<filename>.iso /home/themasteruser/Downloads/Images/
Now you can test your image in different ways:
a) you can use Gnome-Boxen to just run it in your desktop environment, which is way easier.
or
b) use the QEMU line in the next section.
Congratulations: You are done creating our own live-image. Some tips on the way:
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If you need services running, check kickstart.cfg for syslive.service
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If you want to drop-in config files for the services, you have to build your own rpm.
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If you want to have your own packages inside the image, you need to add a custom repo. See "repo" in kickstart.cfg .
Testare il CD live usando KVM o qemu

Come root:
# qemu-kvm -m 2048 -vga qxl -cdrom filename.iso
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Se non si ha supporto KVM, si deve usare qemu invece. # qemu-system-x86_64 -m 2048 -vga qxl -cdrom filename.iso |
Sostituire filename.iso con il nome dell’immagine CD Live creata e qemu-system-x86_64 con un binario qemu appropriato per il sistema target, ad es. qemu-system-i386.
Verifica dei media immagine live
L’immagine live può incorporare funzionalità per verificare se stessa. Per farlo, è necessario avere isomd5sum installato sia sul sistema usato per creare l’immagine che installato nell’immagine. Questo in modo che le utilità implantisomd5 e checkisomd5 possano essere usate. Queste utilità sfruttano l’incorporamento di un md5sum nell’area applicazione dell’immagine iso9660. Questo viene poi verificato prima di montare il filesystem root reale.
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